Quali corpi e quale bellezza?

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di Francesca Arcadu

Quest'anno, per la prima volta nella storia del concorso di bellezza di Miss Italia, ha preso parte alla competizione una giovane donna con disabilità. Chiara Bordi ha 18 anni e a causa di un incidente indossa una protesi alla gamba sinistra, ma questo non le impedisce di condurre una vita realizzata e di volersi misurare con un concorso in cui bellezza e fisico sono gli elementi primari. La sua partecipazione ha dato vita ad un ampio dibattito, attirando su di lei anche considerazioni feroci e spietate lanciate attraverso i social, ma ha fornito anche l'occasione per una riflessione più ampia sul concetto di bellezza, disabilità e corpo femminile. 

 

"Sui corpi delle donne ci si dà battaglia, si spendono fiumi di giudizi, parole, dibattiti. Sui corpi delle donne tutti possono esprimere il loro parere, soprattutto coloro che donne non sono.

E sui corpi delle donne con disabilità? Ah già, perchè le donne con disabilità hanno un corpo. Oddio, un corpo, al massimo una estensione della malattia, del deficit, la parte per il tutto, la diagnosi che assorbe tutto il resto. I corpi delle donne con disabilità sono qualcosa da pronunciare a bassa voce, da proteggere, da nominare con rispetto, magari da nascondere con pudicizia. Corpi angelicati di cui prendersi cura, esenti dal desiderio, lontani dai canoni della bellezza tanto da essere considerati perennemente fuori concorso.

La maggior parte delle donne con disabilità non sa cosa significhi l’allusione, la battuta pesante, lo sguardo ammiccante. Evviva, direte voi. Donne finalmente libere dal patriarcato opprimente che appiattisce lo sguardo su parti anatomiche, donne che parlano di sé unicamente attraverso il pensiero, la parola, la mente. Donne libere o vittime di un altro tipo di discriminazione? Appare così chiaro che le battaglie di liberazione dal patriarcato e dal sessismo, per molte donne con disabilità sono invece battaglie di conquista di uno spazio per quei corpi difformi, differenti, corpi che hanno loro linguaggi e alfabeti, la loro personale bellezza. Donne che vorrebbero essere libere di essere apprezzate e desiderate invece che protette, accompagnate, guardate unicamente con tenerezza.

E se ad un certo punto una giovane donna con un corpo bello e tonico, al quale manca una gamba, decide di partecipare ad un concorso di bellezza si scatenano su di lei tutti i tipi di giudizio, da chi le ricorda che riceverà voti solo perché “storpia” a chi preferirebbe che quel corpo così bello fosse esente dal desiderio di esibizione perché non fa, perché una donna con disabilità deve portare avanti unicamente battaglie, non desiderare di essere votata e apprezzata per il suo fisico.

Questa giovane e bella ragazza, Chiara Bordi, ha osato cavalcare il ponte tra le due sponde dei corpi delle donne su cui tutti si permettono di pronunciarsi per giudicare e quelli delle donne con disabilità, che molti vorrebbero nascosti, sussurrati, portati “con giudizio”."

 

Ritratto di gruppodonneuildm

gruppodonne